IL MANIFESTO

LE NOSTRE PROPOSTE!

Come UDU Firenze, UDU DAS Pisa e Rete degli Studenti Medi Toscana ci poniamo l'obiettivo di tutelare ed estendere i diritti delle studentesse e degli studenti attraverso il confronto con le istituzioni e le forze politiche. Riteniamo il dialogo fra gli attori politici e i corpi intermedi della popolazione studentesca toscana imprescindibile per restituire alla scuola e all'Università quella posizione centrale all'interno del dibattito pubblico che esse hanno da lungo tempo perso e che dovrebbero tornare a occupare ora che la nostra regione deve gettare le basi per il proprio rilancio. Questo rilancio deve tenere conto della sostenibilità ambientale, tema trasversale che interessa tutte le problematiche sociali ed economiche cui rivolgiamo la nostra attenzione. A partire dalle riqualificazioni strutturali di atenei scuole e residenze studentesche ai bilanci green, ai trasporti pubblici che devono il più possibile disincentivare l'utilizzo privato dei mezzi di mobilità, ai pasti nelle mense, alle fontanelle nei luoghi di aggregazione e socialità.

ACCESSIBILITÀ

La duplice emergenza economica e sanitaria ha rappresentato e rappresenterà per molti una forte limitazione all'esercizio pieno ed effettivo del diritto allo studio. Se prendiamo a riferimento il periodo Covid notiamo piacevolmente che anche grazie ai nostri sforzi l'Azienda Regionale è stata in grado di sovvenzionare tutti i borsisti della nostra Regione con cospicui aiuti economici. Negativa è stata però la seconda risposta data in seguito alle nostre richieste e quelle di migliaia di studenti riguardo ai crediti da raggiungere per il mantenimento della borsa di studio. Con la creazione di due graduatorie si distingue tra studenti di Serie A e studenti di Serie B andando concretamente a penalizzare una parte di questi fino alla perdita della borsa e del posto alloggio, condizione dalla per la quale può conseguire l'interruzione del percorso di studi. L'emergenza sanitaria che ha travolto anche il mondo della scuola ha avuto modo,durante il periodo di didattica a distanza, di rimarcare e far emergere le grandi disparità che contraddistinguono gli studenti italiani e alle quali non è mai stata trovata,o cercata, alcuna soluzione dalle istituzioni preposte. Queste ultime, durante il periodo di lockdown, hanno ignorato le grandi mancanze che hanno impedito a molti studenti di seguire al meglio le lezioni, portando a innumerevoli casi di abbandono scolastico .

La crescita dell'abbandono scolastico e il pericolo di un crollo verticale delle iscrizioni nelle università toscane sono indici della necessità di mettere in campo sforzi decisi e immediati per garantire la piena accessibilità del diritto allo studio. Riteniamo che tali interventi debbano concentrarsi sui seguenti aspetti cruciali:

CONNETTIVITÀ

Il ricorso alla teledidattica (previsto in ambito universitario anche per il prossimo semestre) ha reso evidente come l'accesso a internet sia un bisogno primario di tutti gli studenti, molti dei quali, a causa della difficoltà nel seguire le lezioni a distanza e sostenere gli esami online, sono stati costretti a sospendere o abbandonare il proprio percorso formativo. Riteniamo dunque necessari interventi immediati che garantiscano agli studenti toscani una connessione a internet qualitativamente idonea ed economicamente accessibile per tutti. Il potenziamento dell'infrastruttura digitale deve interessare particolarmente le aree rurali e montane della regione, nelle quali il problema della connettività è particolarmente sentito. Occorre inoltre assicurare a tutti gli studenti la disponibilità di mezzi informatici idonei all'apprendimento digitale. Il necessario progresso digitale nelle scuole deve essere accompagnato da una maggiore attenzione da parte delle istituzioni nel garantire l'accesso dei mezzi informatici a tutti gli studenti attraverso misure assistenziali alle famiglie che ne necessitano, con l'obiettivo di abbattere qualunque barriera di classe che ostacoli il diritto allo studio.

BORSE DI STUDIO

Chiunque intenda prendere sul serio il tema dell'accessibilità del diritto allo studio, promuovendo l'idea di una università aperta, che sia volano di mobilità sociale, deve impegnarsi a rimuovere gli ostacoli di ordine economico che impediscono l'esercizio di questo diritto ai meno abbienti. Questo impegno è ancora più necessario e urgente ora che la gravissima emergenza economica che si è abbattuta sull'intero paese rende più difficile per gli studenti e le loro famiglie sostenere i costi della formazione superiore, in un contesto di forte incertezza sui tempi e la forza della ripresa. Affinché l'università possa dare il proprio contributo al rilancio economico della Toscana occorre che le istituzioni regionali contrastino, attraverso il potenziamento del diritto allo studio universitario (DSU), il duplice problema del calo degli iscritti e della crescita delle rinunce agli studi.

La possibilità di beneficiare di una borsa di studio finanziata dalla regione attraverso l'ARDSU costituisce un fattore di attrattività per il sistema universitario toscano e offre agli studenti la sicurezza di poter completare il proprio percorso formativo anche qualora incorrano in difficoltà economiche. Così non è stato nel periodo della pandemia: molti studenti hanno dovuto sospendere o abbandonare il proprio percorso a causa della precarietà della propria condizione economica di spese impreviste e dell'impossibilità di conservare la borsa di studio a causa dei requisiti di merito, irraggiungibili in un periodo di didattica a distanza. In questo contesto si delinea la necessità di alcuni interventi ormai improrogabili: è necessario un aumento complessivo delle risorse destinate all'ARDSU, finalizzato all'estensione della platea di studenti beneficiari di borsa di studio. Inoltre, il miglioramento della qualità dei servizi connessi al diritto allo studio universitario richiede forti investimenti sull'edilizia residenziale studentesca, al fine di assicurare a ogni borsista un alloggio idoneo nelle residenze universitarie.

La Toscana, che ha sempre vantato della rimozione della figura dello studente "idoneo ma non beneficiario", rischia di fare dei passi indietro con le scelte fatte durante la pandemia, re-introducendo di fatto questa figura.

Infatti, la creazione di una graduatoria secondaria per coloro che hanno usufruito dei crediti bonus per il Covid, che verrà erogata solo una volta esaurita la principale, va a creare di fatto delle disparità tra studenti, mettendo in pericolo il diritto allo studio. Se a ciò si aggiungono i ritardi dovuti alla pandemia nello scorrimento delle graduatorie per il posto nelle residenze e il probabile aumento di nuovi beneficiari, l'effettiva fruizione dell'alloggio da parte di studenti e studentesse in possesso dei requisiti viene messo a rischio. Queste mancanze devono essere compensate con una intensificazione di contributi per l'affitto per chi è costretto a stare nel libero mercato in attesa dell'alloggio e con un investimento serio e strutturale per avere la capacità di assorbire le richieste.

CARO LIBRI

Uno dei grandi problemi che ogni anno gli studenti devono affrontare è senza dubbio quello legato alla spesa da compiere per garantirsi i libri di testo che le scuole richiedono per lo svolgimento dell'anno scolastico. Le famiglie degli studenti spendono fino a 1000 euro all'anno per mandare a scuola i loro figli: una spesa inaccettabile per un paese che deve garantire l'accessibilità all'istruzione a tutti. L'evidente speculazione che ogni anno viene fatta sulle spalle degli studenti da parte delle case editrici private, che obbligano all'acquisto di volumi che non verranno mai aperti o di nuove edizioni che di nuovo hanno ben poco, è un affronto al diritto allo studio e deve essere fermato.

Riteniamo che la Regione Toscana debba farsi carico di coprire le spese delle famiglie appartenenti alle fasce di reddito più basse o che trovi una metodologia diversa nell'assegnazione del materiale didattico annualmente, per esempio attraverso un comodato d'uso o almeno con la riduzione, in base all'ISEE, del costo dei volumi.

ORIENTAMENTO

A nostro parere inoltre dovrebbe essere previsto un ingente incremento di orientamento all'università a partire dalle scuole medie superiori. Ancora oggi, sono tantissimi i ragazzi disillusi che non provano ad iscriversi. Periferie, province, paesi, tutti luoghi nei quali c'è bisogno di infrastrutture moderne che possano mettere in collegamento fisicamente e non solo, i giovani aspiranti studenti. Non è libera scelta se non c'è alternativa.


CITTADINANZA STUDENTESCA

La cittadinanza studentesca è un patrimonio da garantire per lo sviluppo sociale e culturale della nostra Regione. Siamo convinti infatti che il percorso formativo dello studente si struttura anche all'interno delle nostre città, nei luoghi della cultura e del sapere, negli spazi di aggregazione e libero scambio di idee. Parlare di cittadinanza studentesca significa pensare lo studente quale soggetto attivo e consapevole, parte integrante della comunità locale che egli abita e vive quotidianamente.

Dare ascolto a tali istanze comporta investire nel welfare studentesco, inteso come l'insieme dei servizi utili al completamento del percorso formativo e alla piena realizzazione dello studente, anche oltre le mura scolastiche.

In tal senso, è fondamentale la disponibilità di spazi accessibili e confortevoli di cui gli studenti possano fruire. Da un lato le biblioteche e le aule studio sono essenziali affinché il diritto allo studio universitario possa trovare piena attuazione, ma sono invece limitate in numero di posti a sedere e in orari di apertura anche a prescindere dalla crisi sanitaria. Dall'altro chiediamo che siano messi a disposizione degli studenti medi ed universitari dei veri e propri spazi di aggregazione, sia all'interno sia all'esterno di scuole e università, dove gli studenti possano esprimersi, vivere la propria socialità oppure organizzare eventi ricreativi o culturali. Questo agevolerebbe enormemente gli alunni delle strutture scolastiche che ne sono prive, oltre a costituire un passo in avanti verso l'abbattimento delle disparità sociali esistenti fra coloro che abitano in periferia e coloro che abitano nelle città. Disparità che emerge purtroppo tutt'oggi anche nei confronti dei portatori di handicap: ormai da anni ci vengono segnalate dai ragazzi portatori di handicap, le innumerevoli barriere architettoniche presenti ancora nei luoghi ad accesso pubblico. Non possiamo aspettare ancora, dobbiamo adeguare questi spazi. Uno spazio non è pubblico se non è accessibile a tutti.

Il concetto di cittadinanza studentesca si concretizza anche nella vivibilità della nostra Regione per gli studenti fuorisede che essa ospita. Tuttavia, in questi ultimi anni sono state favorite politiche abitative spregiudicate, improntate all'eccessiva commercializzazione per alimentare i flussi turistici. Queste hanno ingenerato una situazione critica per gli studenti fuorisede, costretti a corrispondere affitti mensili sempre più cospicui, talora a nero o, in alcuni casi, per abitazioni lontane dai plessi frequentati, disagevoli o fuori norma. La crisi sanitaria ed economica non ha fatto altro che aggravare una situazione già insostenibile. Servono politiche abitative efficaci che esaltino la presenza studentesca all'interno delle nostre città e misure pensate ad hoc per assistere gli studenti maggiormente colpiti dall'emergenza: dei trentamila fuori sede toscani solo una piccola parte, infatti, ha accesso alle prestazioni agevolate per il diritto allo studio.

Con il tempo i luoghi della vita universitaria si sono spostati al di fuori del centro storico specialmente per quanto riguarda Firenze. Serve una riconversione funzionale e produttiva del centro storico e un nuovo rapporto centro-periferia che riequilibri attività economiche e sociali. Questa transizione richiede l'organizzazione di un sistema di trasporto pubblico efficiente e accessibile a tutti: è necessario continuare a migliorare la qualità del trasporto cittadino, investendo particolarmente sulla mobilità notturna, al momento carente, e sui collegamenti verso le zone periferiche, dove si concentrano maggiormente i servizi e le opportunità abitative tra cui alcune residenze universitarie.

La mobilità è un diritto fondamentale per l'affermazione dell'individuo e per la crescita della collettività; ogni cittadino deve poter usufruire quindi di mezzi di trasporto pubblici efficienti, con un costo incentivante l'utilizzo (per creare le condizioni di una riduzione dei consumi pro capite di energia), con mezzi sicuri,di qualità e accessibili a tutti con molte possibilità per lo spostamento.
È necessario implementare i diversi sistemi di mobilità (visto anche il risultato raggiunto dal progetto VENVIA nella città di Firenze) sui vari territori cittadini, rinnovando ed ove possibile ampliando il parco mezzi e le tratte attive. In particolare sono indispensabili le linee utili per gli studenti in entrata e uscita dai rispettivi luoghi di formazione, spesso di difficile raggiungimento ed escluse dalle politiche di tariffe agevolate.
Per i centri urbani chiediamo che siano incentivati mezzi economici e a basso impatto ecologico a discapito di quelli privati tramite investimenti sulle piste ciclabili, tramvie e bus elettrici. In più riteniamo i servizi di sharing una risorsa preziosa per contrastare l'emergenza climatica e pensiamo che ne vada agevolato l'utilizzo in sicurezza.
Uno degli aspetti cruciali della mobilità è il costo che grava sulle famiglie. Chiediamo agevolazioni economiche più incisive e soprattutto più inclusive sulla base del reddito familiare attraverso cui tutti, e in particolare studenti medi e universitari, possano servirsi dei mezzi pubblici necessari alla loro vita studentesca e sociale.
Per rendere coerente il programma proponiamo l'attivazione di un carnet componibile su cui ogni studente e ogni studentessa possa scegliere l'abbonamento a qualsiasi mezzo di trasporto che gli/le sia più congeniale, così da differenziare le tariffe per i servizi disponibili. Auspichiamo che a livello regionale si apra un dibattito per creare un servizio di mobilità studentesca similare in tutto il territorio toscano, frutto di un unico progetto comune, declinato poi sulle esigenze e peculiarità territoriali, senza discriminazioni per Ateneo o per età degli studenti.

SARÁ SICURA

Da anni ci facciamo promotori di proposte mirate ad affrontare il problema della scarsa attenzione verso i temi della sessualità per i giovani.
In primo luogo riteniamo sia necessaria una campagna di sensibilizzazione all'interno degli istituti medio superiori alla quale si dovrà accompagnare la previsione dell'insegnamento di una vera e propria educazione sessuale all'interno delle scuole, disciplina che è da sempre esclusa dalle offerte formative degli istituti toscani.
Per quanto riguarda i dispositivi anticoncezionali e le soluzioni di interruzione di gravidanza, la Regione ha in passato accolto le nostre istanze affinché venissero resi gratuiti per tutti i giovani (sotto i 25 anni). E' ora necessario pubblicizzarne e monitorarne la distribuzione che ad oggi è resa talvolta difficile dalla scarsa raggiungibilità dei Consultori Giovani, dalla carenza di organico e dagli orari di apertura decisamente limitati.
Per motivi analoghi a quelli che hanno portato alla gratuità dei dispositivi anticoncezionali riteniamo che assorbenti, coppette mestruali e simili siano da considerarsi beni di prima necessità il cui costo non può più gravare indistintamente e discriminatoriamente su chi ne ha bisogno: chiediamo quindi che la Regione si faccia carico di parte del loro costo per almeno il 22%, cioè il valore dell'imposta sul valore aggiunto ad essi applicata.
Per massimizzare l'efficacia di queste politiche proponiamo anche l'apertura, all'interno delle sedi universitarie e scolastiche, di luoghi adibiti alla consegna dei materiali gratuiti previsti nonché ad un servizio di primo orientamento complementare al servizio dei consultori già presenti sul territorio.

MEDICO DI BASE A STUDENTI FUORI SEDE

Ad oggi, lo studente fuori sede non ha la possibilità di avere un medico di base nella regione in cui studia se non cambiando il proprio domicilio sanitario (rinunciando in questo caso al medico di base della propria regione di origine) o pagando 15 euro a prestazione una guardia medica che pur svolgendo un servizio molto importante, talvolta l'unico per gli studenti fuori sede, non può essere presa come punto di riferimento.

SPORTELLI PSICOLOGICI PER GLI STUDENTI

Mai come durante il lockdown si è dimostrata importante l'attività di supporto psicologico per noi studenti medi e universitari. Riteniamo che sia necessario che un servizio psicologico di qualità venga erogato gratuitamente dalla Regione Toscana a favore degli studenti per l'intera durata del ciclo di studi.


FUTURO E LAVORO

Mondo dell'impresa/mondo università: riteniamo fondamentale il contatto tra il mondo dell'impresa e il mondo universitario sia nell'ottica di ricerca e sviluppo che in quella lavorativa, sempre restando nell'idea che l'università debba essere anche un luogo di sapere e sviluppo personale e collettivo, senza che il profitto prenda il sopravvento sul resto. Chiediamo che la Regione si impegni a garantire ai neolaureati la possibilità di trovare un futuro nel territorio toscano al fine di combattere il fenomeno del brain gain/brain drain per cui, al fine del percorso formativo, i giovani che vorrebbero rimanere ed investire le proprie conoscenze sul territorio sono costretti ad emigrare.

TIROCINI

Vogliamo che questi siano un'opportunità per ampliare le competenze lavorative degli studenti e non che siano l'ennesima perdita di tempo che rallenta la carriera universitaria degli studenti.

Reputiamo anche necessario l'aumento delle offerte di tirocinio al fine di garantire una sempre più ampia scelta dello studente, evitando che sia sempre e solo la domanda (studente che cerca il tirocinio) ad andare a cercare l'offerta (enti che offrono uno posto). Chiediamo che parallelamente siano istituiti dei tirocini di lunga durata.Non vogliamo che i tirocini, soprattutto quelli extracurriculari, siano un modo per non pagare uno stipendio intero e per ricevere sussidi dallo Stato per poi non riconfermare il lavoratore. Vogliamo che questo circolo vizioso, qualora questo esista, cessi immediatamente, in quanto va solo a vantaggio dell'impresa che ne trae profitto.

PCTO 

I percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, ovvero l'ex alternanza scuola lavoro, sono il progetto secondo cui le scuole superiori di ogni ordine, a partire dal terzo anno, debbano orientare gli studenti nel il mondo del lavoro attraverso percorsi specifici di prova pratica. Ad oggi lo studente in PCTO non ha alcuna tutela ed è di conseguenza esposto allo sfruttamento da parte delle aziende e dai soggetti ospitanti. Nel corso degli anni, come sindacato studentesco, siamo stati messi al corrente di numerosi casi di sfruttamento e di mala gestione del percorso, che hanno reso l'esperienza dello studente negativa, inutile e spesso dannosa per la didattica. Nella maggior parte dei casi le esperienze legate al PCTO sono state sconnesse dal percorso scolastico e non scelte direttamente dallo studente, che spesso si è trovato a lavorare per aziende private promotrici di servizi lontani dal proprio interesse. È necessaria in questa fase una discussione sulle corrette modalità di svolgimento del PCTO, che non sia uno spazio di sfruttamento e che incida il meno possibile sul percorso dello studente, la cui priorità è la crescita personale e culturale.


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